Marco Parente
Intervista su Trasparente
da MusicBoom (www.musicboom.it)

Sogno eterno

Partiamo dal principio. "Avevo un sogno/eterno un giorno". Questo è l'incipit di La mia Rivoluzione, il brano che apre Trasparente e che hai scelto come singolo. Una rivoluzione personale, privata, e se possibile ancora più utopica di quelle collettive.

Sicuramente. Di rivoluzioni di massa se ne sono fatte, e sicuramente sono necessarie ma io parto dalla mia. Ma l'unica rivoluzione che mi sento di sbandierare è la mia. Con qualcosa che ha a che fare solo con te stesso hai la possibilità di scavare più nel profondo ma in ogni modo presuppone il relazionarsi con gli altri.

Mi pare di capire che non ha nulla a che fare con l'individualismo.

Assolutamente no, non è isolamento né il sopravvento del proprio ego. Significa misurarsi con le proprie qualità e miserie e, una volta comprese, il rapporto con l'alterità diventa migliore. Sei tu che lo rendi migliore. Ma non c'entra l'individualismo, infatti nel ritornello canto "ci bastera". Come vedi parlo al plurale.

Proprio quella strofa che ti ho citato prima mi rimanda, per qualche gioco di assonanze, ad un grande poeta della canzone, Piero Ciampi. Volevo chiederti che rapporto hai con i cantautori e, soprattutto, se tu ti ritieni un cantautore.

Mi ritengo un cantautore nel senso letterale del termine, perché canto ciò che scrivo e, fine a qualche anno fa accettavo di buon grado il confronto con un certo tipo di musica d'autore ma, da un po' di tempo, comincio a negarlo. Mi sembra che molta gente stia cercando il nuovo De Andrè o il nuovo Paolo Conte ma il nuovo è da un'altra parte, non nel ricordo di quella musica. Inoltre mi discosto dai cantautori perché mi sento più musicista che artigiano della parola. Per quanto la parola sia fondamentale, io nasco come musicista. Anzi, una cosa che non mi è mai piaciuta di un certo tipo di cantautorato è l'aver messo da parte la musica, considerata mera schiava della parola. Non ha caso ti ho citato i due cantautori più musicisti che abbiamo avuto. Soprattutto De Andrè, che ha scritto dei dischi universali come Creuza de Ma e Le Nuvole.

Nella canzone che citavo prima, canti anche "non miti, non dita/a indicare metodi di vita". Non credi nei leader?

Per niente. Quella è una frase chiave del disco anche se si astrae dal significato del pezzo. Nego le rivoluzioni con un leader in testa e la gente che segue senza farsi domande. Non capisco perché dobbiamo avere bisogno di un capo. Non abbiamo bisogno di innalzare miti o icone. Auspico che ognuno di noi possa sempre ragionare con la propria testa e, così facendo, rapportarsi al prossimo in maniera paritaria.

Il disco è fatto di momenti tesi, come per esempio ScolpisciGuerra, e di momenti più soffici, come Farfalla Pensante, in una sintesi molto riuscita. Hai fatto uso del chiaro-scuro, accostando momenti acustici a momenti saturi di elettricità. In questo quanto ha pesato la produzione di Manuel Agnelli?

Secondo me non la si sente dal punto di vista del suono, e questa è una cosa molto positiva. Io critico molto alcune produzioni…

…certi grandi dischi sono stati rovinati dall'ego dei produttori…

…esatto, intendevo proprio questo, e Manuel invece ha lavorato in tutt'altra maniera. E' stato delicato ma fondamentale. Non ha curato la cornice o il "vestito" ma ha messo a fuoco l'essenza del mio modo di scrivere. Si è fatto un'idea del mio modo di lavorare e ha cercato di portare all'estremo le caratteristiche della mia scrittura. Quindi ha curato tantissimo l'esposizione della voce, sia nell'interpretazione sia nei suoi volumi e, di conseguenza, ha cercato di fare pulizia intorno alla scrittura originaria della canzone per farla venire fuori nuda e cruda, quindi diretta, senza fraintendimenti. Il mio modo di scrivere è trasversale, ambiguo e, sovraccaricarlo di ulteriori strutture rischia di far perdere l'essenza della canzone.

A proposito di Agnelli, vorrei chiederti qualcosa del Tora Tora, visto che ho letto giudizi contrastanti.

Le polemiche mi hanno dato molto fastidio. Mi è sembrata la solita polemica all'italiana. E' chiaro che, se un personaggio come Manuel organizza un festival come quello, ci saranno critiche perché comunque non puoi accontentare tutti…ma mi sembra che le critiche molto spesso siano state pretestuose. Non puoi accontentare tutti ma, per semplificare, un festival come il Tora Tora nel bene e nel male resta un'esperienza unica e va sostenuta. Personalmente me la sono vissuta molto bene e mi sono divertito perché ho colto un reale spirito di aggregazione tra i musicisti.

Ritorniamo al disco. Sto per farti una domanda che temo ti abbiano già fatto in tanti: Come un coltello l'hai scritta con Tom Yorke?

(ride) Magari! Non so…il confronto con I Radiohead, con Buckley ed altri mi sconvolge. Ci ho pensato ed alla fine penso che ci sia un modo comune nell'approccio alla musica. Nel caso di Yorke c'è sicuramente una forte influenza ma che riguarda la vocalità, le atmosfere, la tonalità. Molto spesso però queste influenze sono inconsce e comunque le ritengo del tutto naturali. Poi per me è un grande complimento perché ritengo i Radiohead l'ultimo baluardo di un certo tipo di musica rock.

Nel disco molto spesso fa capolino il jazz, come nella coda della conclusiva Davvero Trasparente. E' una nuova passione?

Non è una nuova scoperta ma un recupero. Un certo tipo di jazz l'ho sempre ascoltato. Alcune cose di Miles Davis o di Gil Evans sono incredibili. Io in quel caso vado per citazione! Quella è musica assoluta. Hanno sempre guardato avanti e non si sono mai fermati…penso in particolar modo a Miles Davis. Visto che prima parlavamo di Tom Yorke, c'è una b-side di Pyramid Song che ha un sample preso da Miles Run With the Voodoo Down.

Il cerchio si chiude! E chiudiamo anche questa intervista con una domanda consueta: quando ti vedremo in giro?

Sto raccogliendo ancora i frutti della promozione ma nel frattempo sto facendo anche cose parallele. Il disco vive di numerose vite e mi piacerebbe che queste fossero approfondite e avessero uno spazio a sé. Lo scorso dicembre ho partecipato ad un concerto dove ho dato libero sfogo all'anima elettronica del disco. Mi piacerebbe inoltre vedere che effetto fa classicizzare i pezzi, quindi facendoli eseguire da una big band. Insomma, le idee non mancano. Speriamo solo di riuscire a realizzarle.




di Ilario Galati

Casa e villaggio... Lasciate libero il paesaggio... La terra è solo un viaggio